Perché preferire l’affidamento ai nonni? Un approfondimento

affidamento ai nonni

Nei precedenti articoli abbiamo ampiamente trattato il discorso sull’affidamento, spiegando le caratteristiche e le motivazioni del suo utilizzo.

L’affidamento familiare è uno strumento temporaneo che prevede, in caso di inadeguatezza genitoriale,  l’affidamento del minore a terzi.

Il minore può essere affidato, su decisione del giudice, a parenti stretti, nonni o zii, ad un altra famiglia, o ad una comunità, per poi valutare un suo rientro nella famiglia d’origine.

La scelta migliore sarebbe quella di affidare il bambino all’interno della sua cerchia familiare, o comunque a persone con le quali ha rapporti abituali.

Il minore rimarrebbe così all’interno del proprio nucleo famigliare, e ciò gli eviterebbe un ulteriore shock.

L’affidamento ai nonni può essere dunque un’ottima soluzione.

Diritti e doveri dei nonni

I nonni hanno tutta una legislazione che li riguarda, con diritti e doveri specifici.

Il nipote vuole stare con loro anche se i genitori sono separati o lontano dai figli? Ebbene si, può “pretenderlo” perché è un suo diritto.

I nonni hanno dunque il diritto di conservare rapporti significativi con i nipoti.

Ma non solo, i nonni hanno l’obbligo di mantenimento dei nipoti se i genitori non sono in grado di farlo.

ll rapporto di parentela tra nonno e nipote sussiste nel caso in cui la filiazione sia avvenuta all’interno del matrimonio, al di fuori del matrimonio ma anche quando il nipote è un figlio adottivo.

Il codice civile prevede che «gli ascendenti hanno diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni»; inoltre, nel caso in cui si verifichi la disgregazione del nucleo familiare si prevede in capo ai nipoti «il diritto di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale».

Fino al 2006 l’unico aspetto del rapporto tra nonni e nipoti regolato dalla legge era l’obbligo sussidiario, di mantenerli cioè laddove i loro genitori non potessero.

Viene quindi introdotto con la  L. 54/2006 il diritto dei minori a conservare rapporti significativi con gli ascendenti e i parenti di ciascun ramo genitoriale, pure in caso di separazione dei genitori.

La riforma della filiazione ha sancito un diritto soggettivo degli ascendenti, stabilendo che gli stessi «hanno diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni».

Inoltre «l’ascendente al quale è impedito l’esercizio di tale diritto può ricorrere al giudice del luogo di residenza del minore affinché siano adottati i provvedimenti più idonei nell’esclusivo interesse del minore».

L’affidamento ai nonni

Al giorno d’oggi, i nonni accudiscono i nipoti quando i genitori sono assenti e danno spesso un aiuto economico alla famiglia.

La loro presenza è anche un punto fermo e di conforto quando la famiglia attraversa momenti di difficoltà, che richiedono una separazione o un affidamento temporaneo.

I nonni, in questi casi, fungono da supporto emotivo per i nipoti in un momento in cui le loro certezze si sgretolano.

In queste situazioni, rappresentano un importante fattore di protezione proprio per la continuità emotiva che assicurano.

L’affidamento ai nonni può avvenire solo in quei casi in cui il giudice ritenga che non vi siano le condizioni perché il minore possa vivere e crescere nella propria famiglia di origine, per via di una situazione di abbandono o per mancanza di assistenza materiale e morale, grave e irreversibile.

Si evita così la dichiarazione dello stato di adottabilità e il minore resta in famiglia.

I nonni devono però essere giudicati idonei e adeguati ad adempiere a tutti i bisogni del minore: materiali, morali, educativi e di cura.

Essi devono essere in grado di assicurare  una situazione affettiva, morale e materiale idonea per un adeguato equilibrio psicofisico e armonioso sviluppo della sua personalità.

Una sentenza della Cassazione, ad esempio, ha escluso l’affidamento ai nonni che si sarebbe risolto nell’esposizione dei bambini a una situazione di pericolo per la loro crescita.

L’affidamento ai nonni dovrebbe essere visto come la regola generale; naturalmente però bisogna sempre valutare i singoli casi specifici e decidere per il bene di quel minore.

Il giudice dunque deve valutare sempre prioritariamente i comportamenti che possano recare un pregiudizio al minore e a tutelarne la crescita sana ed equilibrata.

Bibliografia

Moro C. A, (2014), Manuale di diritto minorile, Zanichelli Bologna

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