Le strategie di inclusività sono fondamentali per promuovere e favorire l’apprendimento di tutti i bambini, anche con Disturbi Specifici dell’Apprendimento e Bisogni Educativi Speciali.
Nell’articolo precedente abbiamo visto che Dsa e Bes si accompagnano stili di apprendimento e caratteristiche cognitive specifiche, che è importante riconoscere.
Ciò vale, in realtà, per tutti i bambini, in quanto ciascuno di noi apprende e studia in modo peculiare e specifico.
Per potenziare l’apprendimento e rispettare le caratteristiche individuali di ciascuno studente è necessaria una didattica inclusiva.
Una scuola inclusiva, infatti, rispetta le seguenti condizioni:
- Unicità del soggetto;
- Valorizzazione delle diversità e specificità di ciascuno;
- Partecipazione;
- Apertura e dialogo;
- Attenzione alle nuove tecnologie che possono sostenere l’apprendimento.
In questo senso, di vitale importanza è lavorare sul clima della classe e sulle strategie di inclusività da utilizzare, educative e didattiche.
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Strategie di inclusività
Innanzitutto, promuovere in classe un clima sereno e positivo di accoglienza e apertura, attento ai bisogni e alle esigenze di ciascun allievo.
Creare, poi, un ambiente partecipativo e cooperativo tra gli studenti, in cui le prestazioni del singolo vengono valutate in relazione ai propri precedenti risultati e non confrontate con standard esterni o oggettivi.
E’ da preferire, dunque, un approccio all’apprendimento di qualità e personalizzato, tenendo conto degli stili cognitivi e delle modalità di apprendimento di ciascun ragazzo.
In questo senso, è importante promuovere la stima e la fiducia nelle capacità di crescita degli alunni, prevedendo anche dei momenti di affiancamento o attività in coppia e in piccoli gruppi, stimolando così anche l’apprendimento tra pari.
Inoltre, è importante privilegiare l’utilizzo di diversi canali comunicativi in base ai differenti stili cognitivi degli studenti.
Non solo però 😉
Di fondamentale importanza risulta l’utilizzo delle tecnologie che possono semplificare e stimolare l’apprendimento, nonché l’utilizzo dei mediatori didattici, ad esempio di schemi, immagini o mappe.
La differenziazione didattica
Come abbiamo visto ogni studente possiede bisogni personali, diversificati e specifici, ma anche un proprio stile di apprendimento peculiare e propri canali comunicativi preferenziali.
Si impone, dunque, in modo inconfutabile l’esigenza di adottare metodi di insegnamento grazie ai quali tutti gli allievi possano raggiungere traguardi scolastici significativi e soddisfacenti,
Una soluzione può essere la differenziazione didattica, ovvero:
una prospettiva metodologica di base capace di promuovere processi di apprendimento significativi per tutti gli allievi presenti in classe, volta a proporre attività educative mirate, progettate per soddisfare le esigenze dei singoli in un clima educativo in cui è consuetudine affrontare il lavoro didattico con modalità differenti.
La differenziazione didattica, se ben condotta, può essere la chiave di accesso per permettere a ogni allievo di raggiungere i migliori risultati possibili sul piano delle conoscenze, delle abilità e delle competenze.
Il concetto di differenziazione didattica è alla base del processo inclusivo della scuola, tanto più quanto all’interno della classe è presente un allievo con un Dsa o con un Bes.
Se un docente vuole operare in questa direzione dovrebbe:
- Progettare un percorso differenziato specifico e, allo stesso tempo, collegato all’intera classe;
- Conoscere le abilità specifiche e le potenzialità dello studente;
- Adottare metodi e procedure per incontrare le sue esigenze speciali.
L’inclusione, dunque, si attua quando un alunno accetta di buon grado di svolgere un determinato compito appositamente ideato per lui, poiché tutti, in quel momento, stanno lavorando su compiti diversi.