Un primo sguardo alla media education tra formazione e scuola

media education tra formazione e scuola

I nuovi media occupano gran parte del nostro tempo sociale e sono fortemente presenti, ed utilizzati, anche a scuola da bambini e adolescenti.

Spesso e purtroppo, però, li utilizziamo in modo spropositato ed errato e ciò può avere gravi conseguenze per le persone e per la società.

Ora più che mai è importante parlare delle nuove tecnologie: solo così sarà possibile conoscerle, comprenderle, per utilizzarle in modo consapevole, critico e cosciente.

Ciò deve avvenire sia a scuola che in famiglia, allo stesso modo e nello stesso tempo, per educare i bambini e gli adolescenti alla cosiddetta Media Education.

In questo articolo viene approfondita la Media Education tra formazione e scuola, offrendone un primo sguardo, un’introduzione, focalizzando l’attenzione sui suoi aspetti teorici.

Perché educare ai media

La grande diffusione dei media e del loro utilizzo, negli ultimi vent’anni, ha posto alla società attuale, una vera e propria emergenza pedagogica.

Viviamo ormai da tempo in quella che possiamo chiamare era dell’immagine, dell’informazione, della comunicazione, della multimedialità.

I media sono diventati parte integrante dei nostri processi di costruzione delle conoscenze, orientando i nostri comportamenti e mutando le tradizionali modalità di comunicare.

Le nuove tecnologie permeano, nel bene o nel male, ogni aspetto della nostra vita quotidiana, modificando sempre più le dimensioni relazionali, familiari, professionali, scolastiche e del tempo libero.

Ciò non implica naturalmente che sono onnipotenti, ma piuttosto che sono onnipresenti ed inevitabili.

Dunque, siamo tutti consapevoli della loro presenza e del fatto che non possiamo eliminarli o smettere di utilizzarli.

Ciò che possiamo fare è parlarne, conoscerli e “imparare a conviverci” utilizzando i media in modo educativo, critico e consapevole.

Studiare e vedere le nuove tecnologie non tanto come qualcosa da cui proteggersi, ma piuttosto come un ambiente da frequentare e per il quale bisogna prepararsi adeguatamente.

Tutto ciò anche per prevenire fenomeni di cyberbullismo, ormai troppo presenti nelle nostre scuole.

Una possibile risposta a tutto ciò la possiamo trovare nella Media Education.

Cosa è la Media Education

Nasce come forma di educazione degli allievi, ad un uso critico e consapevole dei mezzi di comunicazione.

E’ un ambito d’intervento educativo che punta a migliorare la conoscenza e la consapevolezza dei media negli individui.

Possiamo definirla anche come un processo di insegnamento e apprendimento centrato sulle nuove tecnologie.

Dunque, non è soltanto riferita ad un incremento della loro capacità di utilizzo, bensì ad un incremento della loro conoscenza e comprensione, in senso critico e consapevole.

Ecco perché parliamo di Media Education tra formazione e scuola: per il forte collegamento all’ambiente formativo, proprio della scuola.

I destinatari privilegiati sono senz’altro i minori, ma anche gli adulti, genitori, insegnanti, educatori, che a loro volta andranno ad educare le nuove generazioni.

E’ possibile riferirsi alla Media Education in qualità di educazione con i media e educazione ai media.

Educazione con i media: il contesto metodologico

Di questa categoria fanno parte quelle attività in cui le tecnologie assumono il carattere strumentale di “supporti didattici”, ovvero come oggetti e linguaggi che facilitano l’azione di insegnare ed apprendere.

Ad esempio, quando l’insegnante o l’educatore utilizza strumenti specifici, come il videoproiettore e le Lavagne Multimediali, per amplificare e supportare il proprio intervento.

L’educazione con i media non ha come oggetto di apprendimento le tecnologie, ma le utilizza come strumenti utili per facilitare e promuovere l’apprendimento.

Educazione ai media: il contesto critico

Questo contesto si ha quando l’intervento educativo mira ad una comprensione dei media intesi come fenomeno complesso che include aspetti linguistici, sociali e psicologici.

Le finalità principali sono la promozione di un ruolo attivo e di un atteggiamento critico in chi fruisce delle tecnologie.

Qui i media sono posti come oggetto di studio privilegiato, in modo che ciò che si insegna e si apprende riguardi specificatamente il mondo della comunicazione.

L’educazione ai media si concentra dunque sui contenuti: studiare e capire i modi con cui un telegiornale viene prodotto, capire come funziona la pubblicità, produrre e realizzare un cortometraggio, raccontare una storia.

Le nuove tecnologie non solo vengono utilizzate, ma c’è uno sforzo di comprensione delle stesse che, in quanto oggetti culturali, fanno parte del nostro mondo e devono essere conosciute.

I principi base della Media Education

L’educazione ai media si basa sui seguenti concetti e principi fondamentali.

  1. Rappresentazione: i media, essendo sistemi simbolici, non riflettono la realtà ma la rappresentano;
  2. Investigazione: mira ad accrescere la comprensione da parte degli studenti dei modi in cui i media rappresentano la realtà, incoraggiandoli ad esplorare e ad esaminare le fonti e gli effetti;
  3. Lifelong learning: è un processo di apprendimento a lungo termine, che dura per tutta la vita;
  4. Motivazione, coinvolgimento e interesse: deve garantire un’esperienza divertente e appagante, stimolante, oltre che istruttiva, per non ridurre le sue potenzialità;
  5. Comprensione, consapevolezza e autonomia critica: deve stimolare la fiducia in se stessi, il giudizio critico, così come autonomia e comprensione;
  6. Utilizzo di temi di attualità per suscitare l’interesse e l’entusiasmo, illuminando le situazioni di vita quotidiana;
  7. Riflessione e dialogo nel rapporto tra docente e studente;
  8. Partecipazione attiva e democratica: incoraggia gli studenti ad assumersi maggiore responsabilità e controllo sul proprio apprendimento;
  9. Apprendimento cooperativo: preferisce il lavoro in gruppo;
  10. Cambiamento continuo della realtà circostante.

Il media educator: ruolo e competenze

Questa figura professionale, dotata di alte competenze specifiche, esiste e risulta necessaria nella società attuale.

Quello che ancora manca è il riconoscimento istituzionale di una figura responsabile di interventi di educazione ai media.

Occorre superare la prospettiva secondo la quale chiunque possa fare interventi di Media Education, per passare ad una nuova prospettiva in cui essa richieda una figura professionale specifica: il media educator.

Egli è dotato sia di competenze specifiche di comprensione e fruizione dei media, sia di competenze formative:

  • Strategie didattiche specifiche;
  • Metodi di lettura dei contesti;
  • Competenze relative alla progettazione di interventi formativi;
  • Tecniche di gestione dell’aula e dei gruppi;
  • Competenze di supervisione e valutazione;
  • Conoscenza dei linguaggi e dei processi dei media;
  • Padronanza delle metodologie e delle pratiche didattiche.

Dunque, una figura complessa, dotata di un ruolo preciso e di alte competenze specialistiche, che però necessita di un riconoscimento formale per essere presa sul serio all’interno dei contesti scolastici e formativi.

Concludiamo così questa panoramica dell’educazione ai media, nella speranza che possa avervi stimolato l’interesse e la voglia di conoscere e comprendere le nuove tecnologie.

Nel prossimo articolo affronteremo nello specifico le strategie didattiche e le buone pratiche per promuovere la Media Education a scuola.

Bibliografia

Masterman L, (1997), A scuola di media. Educazione, media e democrazia dell’Europa degli anni ’90, Editrice La Scuola

Buckingam D, (2006), Media Education: alfabetizzazione, apprendimento e cultura contemporanea, Erickson

Craggs E. C, (2006), Media Education nella scuola primaria, Morlacchi Editore

Felini D, Trinchero R, (a cura di) (2015), Progettare la media education. Dall’idea all’azione, nella scuola e nei servizi educativi, FrancoAngeli

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