Oggi voglio parlarvi del concetto di “educare alla libertà“, fornendovi alcuni spunti di riflessione davvero interessanti.
Avete mai riflettuto sul concetto di libertà?
Quanta libertà è giusto concedere a un bambino, a un ragazzo?
E quando la libertà si trasforma in licenza?
Vi consiglio un’illuminante libro “I ragazzi felici di Summerhill”, di Alexander Neill: l’esperienza della scuola non repressiva più famosa al mondo.
Il libro è scritto da Alexander Neill, educatore vissuto nel novecento che ha fondato, in Inghilterra, la scuola di Summerhill.
L’esperienza della scuola “non repressiva” di Summerhill, a cui l’autore ha dedicato la sua esistenza, è un esempio geniale di reinserimento nella società di ragazzi disadattati, il quale dimostra soprattutto che il metodo della libertà funziona.
Perché i ragazzi della sua scuola possono definirsi felici?
Educare i bambini facendo appello alla loro curiosità e al loro istinto: è l’insegnamento della scuola di Summerhill, che negli anni Venti del ‘900 rappresentò un’occasione educativa rivoluzionaria.
Questo libro suggerisce nuovi significati alle parole amore, approvazione, libertà.
Lo scopo dell’educatore, lo scopo della vita, è quello di lavorare con gioia e di trovare la felicità. La felicità secondo Neill significa provare interesse per la vita.
La scuola di Sumerhill
Che cosa succedeva in questa scuola di così speciale da renderla un caso interessante?
Innanzitutto, le lezioni sono facoltative 😉
I bambini possono frequentarle o farne a meno, anche per anni se così desiderano.
C’è un orario, ma vale solo per gli insegnanti.
Di solito i bambini sono divisi in classi a seconda dell’età, ma talvolta anche a seconda degli interessi.
Non vengono seguiti nuovi metodi didattici poiché non si dà eccessiva importanza alla didattica in se stessa.
Come scrive Neill:
Il bambino deve vivere la sua vita, non quella che i suoi ansiosi genitori pensano che dovrebbe vivere e nemmeno una vita che segue i precetti di un educatore che pensa di sapere dove stia il suo bene.
Le interferenze ed i tentativi di guida da parte degli adulti producono solamente generazioni di automi.
Non si può insegnare ai bambini la musica, o qualsiasi altra cosa, senza mutarli in qualche modo in adulti privi di volontà propria.
E continua:
Se uno dei genitori ha paura del futuro, si può dare con certezza una prognosi infausta per la salute dei figli. Questa paura, abbastanza stranamente, si manifesta nel desiderare che i figli imparino più di quanto egli ha imparato. Questo tipo di genitore non si accontenta di lasciar imparare Willy a leggere quando vuole farlo, ma teme che Willy sarà un fallimento nella vita se non lo si spinge. Genitori simili non sono capaci di lasciar andare il figlio al passo che gli é congeniale. si domandano: “se mio figlio ha dodici anni non sa leggere che probabilità ha di riuscire nella vita? Se non riesce a superare gli esami di ammissione ha diciotto anni che cosa gli rimane da fare se non un lavoro subalterno?” .
Io invece, nel caso di un bambino che non fa progressi ho imparato ad aspettare e a osservare. Non ho mai dubitato che, alla fine, se non lo si molesta e non lo si danneggia, anche lui avrà successo nella vita.
L’autogoverno
Summerhill è una scuola auto governata in forma democratica.
Ogni fatto collegato alla vita sociale o di gruppo, comprese le punizioni per le offese sociali, viene deciso mediante l’assemblea generale del sabato sera.
Ogni membro del corpo insegnante ed ogni allievo, senza riguardo per l’età dispongono di un voto.
Come funziona l’Assemblea Generale?
All’inizio di ogni trimestre viene eletto un presidente che durerà in carica per una nuova seduta.
Alla fine della seduta egli nomina il suo successore e la procedura si ripete per tutto il trimestre.
Chiunque abbia un’accusa, una lamentela, un suggerimento o una nuova legge da proporre li può esporre dinanzi all’Assemblea.
Secondo Neill:
Non si darà mai troppa importanza ai benefici, sotto il profilo educativo, dello spirito sociale messo in pratica nelle Assemblee. A Summerhill gli allievi lotterebbero a morte per il diritto di governarsi da soli.
A mio parere, vale più una sola Assemblea, dal punto di vista educativo, di un’intera settimana di lezioni su argomenti scolastici.
E’ un’eccellente palestra in cui ci s’impratichisce nei discorsi in pubblico, e dove la maggior parte dei bambini parla bene e senza timidezza.
Ho spesso sentito, da bambini che non sapevano né leggere né scrivere, discorsi pieni di buon senso.
Ecco l’essenza di “educare alla libertà”: educare il bambino, ascoltare e rispondere ai suoi interessi e bisogni, senza pressioni o condizionamenti.
Bibliografia
Neill A, (2013), I ragazzi felici di Summerhill, Edizioni Red