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Giulia Piazza

  • Un ciclo di incontri formativi: EduchiAmo Noi Stessi

    Ecco il nostro nuovo ciclo di incontri formativi, in modalità e-learning, da seguire su Moodle, la piattaforma per la formazione a distanza:

    EduchiAmo Noi Stessi

    Quello che stiamo vivendo nei primi mesi del nuovo anno è un particolare momento di emergenza, che ha mutato il nostro stile di vita, le nostre abitudini, ma anche le nostre certezze e sicurezze.

    L’emergenza sanitaria in cui ci troviamo, infatti, ha catapultato le famiglie in una condizione insolita e straordinaria.

    I bambini sono a casa da scuola, non possono praticare sport, le attività del tempo libero o vedere gli amici.

    I genitori, ove possibile, lavorano da casa.

    Le nostre routine, famigliari, scolastiche e lavorative, dunque, sono notevolmente cambiate.

    Diciamoci la verità… in questa situazione abbattersi è facile.

    Accettare il cambiamento è ancora più difficile!

    Il nostro ciclo di incontri formativi

    EduchiAmo Noi Stessi nasce proprio da qui: dalla necessità di trovare e utilizzare strategie funzionali per rispondere al cambiamento e far fronte alle emergenze.

    Vi starete chiedendo, come?

    Innanzitutto, potenziando la conoscenza e la comprensione di noi stessi.

    Occorre, infatti, ri-scoprire le nostre risorse personali e trovare strategie positive, funzionali ed immediate per affrontare il cambiamento.

    In questo modo possiamo vivere il cambiamento come un’opportunità, e lo è proprio 😉

    Tutto ciò verrà mostrato, in modo teorico e pratico, attraverso quattro moduli differenti ma tutti rivolti al benessere, all’educazione della persona e alla salute sia fisica, sia mentale che sociale.

    A chi è rivolto 

    A tutti 😉

    Sì! A tutti coloro che vogliono prendersi cura di Sé e andare verso il cambiamento in modo positivo!

    A chi non capita di domandarsi, per esempio;

    Esiste un modo per riuscire a gestire l’ansia, per ridimensionarla? Esistono delle strategie che possono essere apprese e utilizzate per gestire l’ansia?”.

    La risposta è assolutamente si!

    E ancora:

    “Come si possono stabilire delle “nuove” routine e regole in famiglia? Come ristrutturare e ridisegnare la “nuova” quotidianità, rispettando i tempi e gli spazi di tutti?”.

    Per questo, esistono strategie e tecniche che potete apprendere ed  utilizzare fin da subito!

    Il primo modulo: un approccio psicologico

    Ha lo scopo di fornire  strumenti per riconoscere i propri stati emotivi, distinguere l’ansia dalla paura e imparare a gestire gli stati ansiosi, che in alcuni casi possono diventare un vero disagio, influenzando negativamente la vita quotidiana.

    Il tutto è accompagnato da una parte interamente pratica, dove verranno illustrate differenti modalità di gestione dell’ansia e della paura.

    Ad esempio, tecniche di rilassamento, di respirazione, attività ricreative e di scrittura per modulare lo stato di tensione, e tanto altro 😉

    Il secondo modulo: ridisegnare la quotidianità 

    Qui si parlerà di regole, tempi e routine, tre concetti fondamentali da conoscere e padroneggiare, illustrati con i consigli della nostra Pedagogista.

    Vedremo come è possibile:

    • Stabilire delle regole in modo condiviso e partecipato, e funzionale!
    • Programmare, definire e ri-definire delle routine positive;
    • Organizzare al meglio le attività durante la giornata.

    Con tante strategie e consigli utili da utilizzare subito!

    Il terzo modulo: la resilienza sportiva nella vita

    Sentiamo tanto parlare del concetto di resilienza e della sua importanza, anche nella vita di tutti i giorni.

    Ebbene sì, indica proprio la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.

    E, partendo dal presupposto che lo sport allena alla vita, la resilienza può aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi, superare le difficoltà e rispondere al cambiamento.

    Vedremo qui come, nel concreto, questo sia possibile 😉

    Il quarto modulo: attività pratiche e educative

    Questo modulo si rivolge principalmente a genitori, educatori e insegnanti, e a tutti coloro che si approcciano alla pratica educativa: zii, nonni, cugini.

    Le attività da proporre ai bambini sono svariate ma, non tutte, sono educative, in grado di stimolare la loro mente o adatte alla loro età.

    Un gioco per ogni età è proprio vero: i bambini hanno differenti bisogni e competenze da sviluppare, in base all’età e, per questo motivo, richiedono attività e proposte educative diverse.

    Insieme vedremo quali sono le attività pratiche e creative più idonee per ciascuna fascia di età.

    Dai giochi educativi e creativi a quelli di manipolazione e costruzione, da attività motorie alla lettura di libri, fino ai giochi sensoriali e simbolici.

    Sarà molto stimolante 😉

    incontri formativi

    L’intero corso si propone di offrire non solo tecniche e strumenti per far fronte all’emergenza e al cambiamento, ma mira a fornire degli spunti di riflessione e della alternative di comportamento che possono influenzare positivamente il nostro pensiero, accrescendo il benessere psico-fisico.

    Vi aspettiamo!

    Scrivici per maggiori informazioni sul nostro ciclo di incontri formativi e seguici per gli approfondimenti!

  • Per una nuova routine e nuove opportunità in quarantena

    una nuova routine

    In questo particolare momento che stiamo vivendo è molto importante trovare una nuova routine,  organizzando al meglio il proprio tempo e il proprio spazio.

    E’ importante, ora più che mai, ristrutturare la propria quotidianità e il proprio tempo, in famiglia.

    E’ proprio quest’ultima che in un momento così delicato si ritrova ad essere unita ancor più, a condividere giornate intere ed aumenta anche la qualità dello star insieme.

    Vi consiglio la lettura di un nostro articolo che parla proprio di questo: routine e convivenza in famiglia 😉

    Instaurare nuove regole all’interno del nucleo famigliare, infatti, è fondamentale per permettere di convivere in serenità, rispettando gli spazi di ogni membro della famiglia.

    Vediamo ora i consigli della Dott.ssa Martina Russo, Psicologa.

    Diamoci il permesso di ascoltarci

    Riuscire a rimanere soli con noi stessi è fondamentale per comprendere il nostro sentire, dargli un valore e un significato diverso, raggiungendo la consapevolezza dei desideri più profondi.

    Connotiamo di significato le emozioni che viviamo e lasciamole essere così come sono.

    Ma cosa significa ascoltare noi stessi?

    Siamo sempre più abituati a dividere il nostro tempo tra il lavoro, i figli, gli impegni quotidiani e attività che non ci consentono di ascoltarci, aspettando con ansia il fine settimana per concederci del tempo.

    E’ questa dunque un’occasione per rimanere da soli con noi stessi e dar voce alla parte più profonda di noi.

    Quella parte, cioè, più nascosta che molto spesso mettiamo a tacere, presi dai tanti impegni che occupano la nostra giornata.

    Ma siamo sicuri che lo vogliamo?

    Molti infatti non vedono l’ora di ricominciare tutto ciò che adesso è in stand by non riuscendo a vivere il tempo così come è.

    Questo spesso accade perché si cerca di mantenere un controllo sulle cose, credendo che il potere è unicamente nelle nostre mani.

    Cosa posso fare adesso: per una nuova routine

    E’ questa la domanda che dobbiamo porci per rimanere nel qui ed ora della nostra mente e della nostra giornata.

    Sempre più i nostri pensieri sono direzionati a ciò che ho fatto o a ciò che dovrò fare e quasi mai l’attenzione viene posta nel qui ed ora della situazione: cosa sto facendo adesso, cosa provo adesso.

    Questo perché molte volte l’azione maschera un’emozione e allora quando mi sento felice cucino, quando sono arrabbiato vado a correre o esco con degli amici, quando sono triste leggo un libro o ascolto la musica.

    Sono tutte azioni che rivolgono la nostra attenzione verso un compito distogliendola dal nostro sentire.

    Siamo, invece, chiamati, durante questi giorni, a ri-direzionare l’attenzione su noi stessi, a riscoprire hobby e a condividere ancora più tempo con il nostro partner o figli.

    E’ questa anche un’occasione di maggior confronto, ci possiamo dunque dedicare a lunghe discussioni rimaste in sospeso o a momenti di confronto che accrescono visioni differenti e conoscenze reciproche.

    Ad ogni attività il suo tempo

    E’ importante che ogni attività mantenga un suo tempo e sia dunque stabilita una nuova quotidianità.

    Bisogna darsi degli orari per svolgere le attività (leggere, dipingere, cucinare, guardare un film, svolgere attività fisica in casa), una strutturazione del tempo che ci permetta di mantenere uno schematismo sano che orienti il nostro fare.

    Ritagliarsi uno spazio di solitudine

    E’ fondamentale e ci permette di ritrovare lo spirito per continuare a condividere le nostre giornate in famiglia.

    Durante la convivenza potrebbe risultare complicato trascorrere le intere giornate in presenza dell’altro.

    Concedersi del tempo in solitudine in un’altra stanza o scrivere ciò che in quel momento pensiamo o pianificare progetti futuri, possono essere attività che ci permettono di ritrovare il nostro tempo.

    E le energie necessarie per affrontare questo cambiamento 😉

    Rimanere attivi ci permette di gestire al meglio l’ansia e le emozioni che ci accompagnano in questo momento.

    Diamoci il permesso di esperirle e se si vuole, anche condividerle, per riscoprire il senso di stare in casa con noi stessi e con gli  altri.

    Tutto questo, e tanto altro, sarà approfondito nel nostro ciclo di incontri formativi “EduchiAmo Noi Stessi” che inizierà tra pochissimi giorni.

    Seguiteci per tutti gli aggiornamenti e contattateci per maggiori informazioni!

  • Il potere dell’immaginazione, oltre ciò che vediamo: immagina, puoi!

    potere dell'immaginazione

    La realtà è creata da noi e siamo proprio noi che possiamo modificarla e renderla a somiglianza di ciò che più vogliamo, con ilpotere dell’immaginazione“.

    Siamo costantemente bombardati, in questo periodo soprattutto, da immagini del mondo che definiamo reale, credendo che sia tutto ciò che esiste.

    Ma siamo sicuri che sia così?

    La Dott.ssa Martina Russo, Psicologa, ci spiega oggi il potere e la forza dell’immaginazione.

    Il potere dell’immaginazione

    Più riuscirai a sognare ad occhi aperti, più avrai modo di cambiare quelli aspetti della tua vita che non ti piacciamo.

    E’ proprio il potere dell’immaginazione che dà forma al cambiamento.

    Come abbiamo spesso ascoltato nelle favole:

    I sogni son desideri

    A volte, però, lasciamo che questo sia vero solo per i bambini e non ci accorgiamo che è proprio la nostra parte bambina che stiamo trascurando, quella parte che invece ha già pronta la soluzione per noi.

    Come fare?

    Abbandonare i pensieri e il concretismo collegati alla realtà delle cose spesso non è semplice, soprattutto se le emozioni che ci accompagnano durante il giorno sono noia, tristezza e solitudine.

    Un’ottima idea è quella di iniziare a immaginare il Tuo cambiamento a partire da un libro che stai leggendo, da un film o da una attività che ti faccia ritrovare la serenità essenziale per iniziare a pensare positivo.

    Non siamo solo ciò che vediamo ma possiamo essere molto di più e andare oltre agli schematismi che appartengono al mondo degli adulti.

    Schematismi che, purtroppo, e molto spesso, sono trappole per l’immaginazione che non penetra e non ha una porta di accesso nella nostra mente.

    Fai un tuffo nell’infanzia

    Un aiuto concreto può essere la vicinanza ad un bambino, che spesso attraverso il gioco simbolico alimenta la sua fantasia e i suoi desideri.

    Può essere dunque proprio quel bambino lo zoppo con cui imparare a zoppicare….a immaginare!

    Ed è così che la realtà, diventata a volte troppo insidiosa e intollerante, si trasforma in una sensazione piacevole che non è più fuori da noi, ma dentro di noi.

    E sei proprio TU che ti dai il permesso di ritrovare la felicità grazie al potere dell’immaginazione.

    Più difficile, ma non impossibile, è contattare la parte bambina di noi stessi, che ognuno ha 😉

    E’ la parte più sensibile, emotiva, impulsiva e creativa che ogni persona possiede.

    Dar voce a questa parte richiede un tuffo nel passato, un tuffo nell’infanzia che ci permette di ricordare quale era il nostro gioco preferito, cosa ci piaceva creare con le mani e quali erano le emozioni che accompagnavano quei momenti.

    Sono proprio quelle emozioni che conducono l’adulto verso il cambiamento.

    Crea la tua realtà

    Creare la tua realtà è, dunque, possibile.

    Questo non vuol dire avere un esame di realtà assente o distorto ma concedersi del tempo e dello spazio per poter permettere alla mente di ritrovare quelle energie necessarie per poter affrontare la quotidianità.

    Tutto ciò può essere possibile non solo rimanendo attivi e svolgendo attività in cui ritroviamo la tranquillità, ma anche chiudendo gli occhi, respirando e concentrando la nostra attenzione sul respiro e sul corpo.

    Provando, cioè, a visualizzare un paesaggio a noi caro, il mare, un prato in fiore e tutto ciò che in parte richiama il nostro essere bambini e liberi di sognare ed immaginare un mondo come noi lo vorremmo.

    E’ proprio l’immaginazione che contribuisce a modificare il nostro cervello (come tutte le esperienze che facciamo).

    Si ha, infatti, una attivazione neuronale che stimola la produzione di mielina che rafforza le connessioni neuronali.

    Immaginare e percepire una realtà diversa ci permette di renderla più concreta.

    Ed è proprio in questo periodo che dobbiamo riscoprire la forza e il potere dell’immaginazione che ci permette di mettere in atto un cambiamento e trasformare la paura e l’ansia, a volte eccessive, in immagini e pensieri positivi.

    Il pensiero positivo va dunque allenato ad essere tale e in questo modo si determina la “profezia che si auto-avvera”, una previsione che si realizza per il solo fatto di essere stata pensata ed espressa in quei termini.

  • Per una convivenza in famiglia: routine, tempi e attività

    convivenza in famiglia

    La repentina diffusione dei contagi da Corona virus porta con sé l’obbligo di rimanere in casa e di “rimanere in famiglia“.

    Ciò comporta, per tutti noi, la necessità di rivedere e ripensare la convivenza in famiglia 😉

    Una riscoperta convivenza in famiglia

    L’emergenza sanitaria in cui ci troviamo, infatti, ha catapultato le famiglie in una condizione insolita e straordinaria, mai vista prima.

    Ciò ha modificato le routine famigliari, scolastiche e lavorative.

    I bambini sono a casa da scuola, non possono praticare sport, le attività del tempo libero o vedere gli amici.

    I genitori, ove possibile, lavorano da casa in modalità smart o da remoto.

    Per questo motivo, la convivenza in famiglia e il tempo da trascorrere insieme è notevolmente aumentato.

    Questa situazione imprevista, infatti, ha sollevato in tantissimi genitori domande, dubbi e incertezze rispetto al loro determinante ruolo per il benessere e la sicurezza dei loro bambini.

    Come affrontare tutto ciò e gestire questo cambiamento?

    Come organizzare al meglio la giornata in casa?

    L’importanza della routine

    Creare e instaurare delle routine con i bambini è molto importante e lo è, soprattutto, in questo momento dove le abitudini quotidiani sono cambiate in modo molto veloce.

    Una routine altro non è che una sequenza di attività che si ripete nel tempo, in modo prevedibile.

    Essa, in questo senso, è rassicurante e riduce moltissimo l’ansia del non sapere che cosa accadrà.

    Proprio perché è prevedibile e organizzata ci permette di affrontare il cambiamento o gli eventi stressanti; questo vale anche per i bambini.

    La routine rende l’ambiente comprensibile al bambino, così è in grado di interiorizzare ciò che viene prima e ciò che viene dopo.

    Mantenete una routine quotidiana

    Gli orari e le attività vanno riprogrammati e ridefiniti e sarà necessario definire una nuova routine famigliare, incastrando tutte le attività e i compiti di ogni membro della famiglia.

    Cercate di rispettare comunque gli orari e le vostre principali abitudini, cercando di mantenere una certa regolarità, in modo da non perdere il ritmo quotidiano.

    Cercate, quindi, di rispettare l’orario della sveglia mattutina, possibilmente sempre allo stesso orario, e dei pasti.

    Inoltre, ricordate di coinvolgere i vostri figli nella programmazione delle attività della giornata: chiedete anche a loro come pianificare le varie attività e ascoltateli, si sentiranno partecipi e responsabili.

    Sentendosi partecipi saranno anche più propensi a rispettare volentieri 😉

    Fate anche insieme a loro un bel cartellone con raffigurate le cose da fare durante la giornata e i tempi da rispettare.

    In questo senso, le regole hanno un ruolo fondamentale: vi consiglio questo nostro articolo propri su questo argomento che potrà esservi utile.

    Dedicate tempo al gioco

    Senza la scuola, le attività sportive e i momenti di socialità le giornate per i vostri bimbi sembreranno interminabili.

    Hanno i compiti da svolgere, certamente, ma hanno anche tanto tempo libero.

    Come riempirlo al meglio? 😉

    E’ importante trovare nuovi modi di far trascorrere loro il tempo libero, con attività ludiche e ricreative per fare in modo che la loro mente sia sempre allenata.

    Giochi creativi, dunque, di costruzione o manipolazione.

    Provate ad utilizzare materiali naturali o da riciclo per le costruzioni, lasciate spazio alla loro fantasia 😉

    Per la manipolazione o i travasi, invece, potete utilizzare vari materiali: farina, riso, pasta, cioccolato in polvere.

    Un’attività che vi consiglio di fare in queste giornate a casa è proprio cucinare insieme ai vostri bimbi.

    Potete fare l’impasto per i biscotti, o per una torta, le polpette o anche la pizza.

    Non dimenticate l’attività motoria

    Stando in casa tutto il giorno è molto importante non dimenticare di svolgere un po’ di attività fisica e motoria.

    Esistono, però, delle attività ludico-motorie che possono essere organizzate anche in un appartamento 😉

    Queste attività mettono in azione tutta la muscolatura del bambino, allenano l’equilibrio e la coordinazione, ma soprattutto vincono la noia e sviluppano la fantasia.

    Ogni attività avviene in uno scenario virtuale, che sarà tanto più “veritiero” quanto più sarà descritto con enfasi e dettagli avvincenti da parte del genitore che dirige il gioco.

    Ecco alcuni esempi!

    Becca la parola

    Posizionatevi di fronte a vostro figlio, che dovrà stare con i piedi uniti e le braccia lungo il corpo.

    Voi parlate, raccontate una favola o descrivete un oggetto, e ogni volta che pronunciate una certa parola (ad esempio”poi”) il vostro bimbo deve saltareallargare le gambe e alzare le braccia sopra la testa battendo le mani.

    Quando si fa un punto farà un passo avanti verso di voi. Il gioco finisce quando vi raggiunge.

    “Gli animali della foresta”

    Scegliete un percorso, ad esempio dall’inizio del corridoio alla porta della sala da pranzo, poi chiedete al bambino di scegliere una carta coperta (fra alcune che avrete già disegnato insieme).
    Sulla carta ci sarà un animale e il bambino dovrà camminare per tutto il percorso come quell’animale:

    – Pinguino: camminare con le mani aderenti al corpo, le gambe unite e senza piegare le ginocchia.
    – Cavallo: camminare a 4 gambe poggiando solo mani e piedi.
    – Serpente: strisciare aiutandosi solo con i gomiti.
    – Coniglio: saltellare a piedi uniti senza poggiare le mani
    – Papera: camminare stando piegati sulle ginocchia e con le mani sotto le ascelle.
    – Gru (per i più grandi): saltellare su un solo piede.

    “Lo specchio”

    Posizionatevi di fronte al vostro bambino, poi assumete una posizione, che il bambino dovrà “ripetere” la vostra azione come se voi foste uno specchio.

    Ad esempio voi alzate il braccio destro il bambino alzerà il sinistro.

    Ci si alterna nei turni: prima lo specchio è il bambino, poi lo specchio sarete voi.

    Un buon esercizio di coordinazione 😉

    In questo particolare momento quello che potete fare è proprio riscoprire la convivenza in famiglia, credetemi, sarà bellissimo!

  • La gestione della paura del Coronavirus nel bambino: consigli e strategie

    gestione della paura

    Durante una situazione di emergenza sanitaria come questa, i genitori hanno un ruolo fondamentale nella gestione della paura del Coronavirus nei bambini.

    Infatti, il loro ruolo è molto importante perché fungono da esempio per i più piccoli.

    Fronteggiare e gestire le proprie paure significa fronteggiare e gestire anche le paure dei propri figli.

    Nell’articolo precedente abbiamo visto come poter fronteggiare la paura e l’ansia del genitore.

    Oggi cerchiamo, insieme alla Dott.ssa Martina Russo, Psicologa, di porre il focus sui bambini e i ragazzi che si trovano a vivere una situazione nuova in un periodo delicato della loro crescita.

    Spiegate ai bambini cosa sta succedendo

    La routine dei bambini è stata fortemente modificata e limitata.

    La scuola chiusa, le attività sportive interrotte, la quotidianità all’interno dell’ambiente domestico, i genitori a casa, l’influenza dei mass media allarmistici e l’argomento spesso più trattato all’interno della famiglia.

    Tutto ciò alimenta nei bambini e nei ragazzi un senso di confusione, impotenza e spesso domande a cui nessuno dà delle risposte.

    Spiegate sempre a bambini, in base alla loro età, cosa succede nel mondo.

    Come?

    Attraverso favole, racconti, che abbiano, ad esempio, come protagonista un piccolissimo mostro cattivo ed invisibile ma che infine è sconfitto e ci sia dunque un lieto fine.

    Sono molte le favole che si possono inventare al fine di rassicurare il proprio figlio su ciò che sta accadendo: via libera alla vostra fantasia 😉

    Anche attraverso il gioco simbolico, il disegno o le costruzioni è possibile spiegare ai più piccoli ciò che sta accadendo, standogli vicino.

    Fornite adeguate risposte alle loro domande

    Per i ragazzi dai 9 anni in su è importante che ci si relazioni a loro in maniera meno infantile e più matura.

    Qui è ancora più importante che sia il genitore per primo a gestire la sua paura ed essere un modello di risposta per il figlio.

    Dunque, fornire adeguate risposte alle domande poste dal minore è importante in quanto non si alimenta la fantasia del ragazzo, spesso peggiore della realtà.

    Descrivere la situazione in termini semplici e lontani dall’allarmismo dei media è essenziale quanto usare un tono accogliente e pacato che possa far sentire il figlio al sicuro e protetto.

    Prestate sempre attenzione ai loro comportamenti

    Un eccessivo silenzio o comportamenti lontani dalla sua personalità che possono segnalare disagio e una difficoltà di espressione e di gestione della paura.

    State accanto ai vostri figli cercando di accogliere la loro paura e proporgli attività di loro interesse.

    Questo, infatti, è un forte segnale di vicinanza che distoglie l’attenzione costante all’emergenza e, allo stesso tempo, fa sì che il ragazzo si senta compreso e accolto.

    E’ importante non banalizzare e non minimizzare mai la paura espressa in merito dai bambini.

    I bambini, in questo caso, potrebbero non esprimerla più in quanto non si sono sentiti accolti e ascoltati, imparando ad internalizzare emozioni che possono comportare reazioni psicologiche inadeguate per far fronte a successivi problemi.

    Accogliere l’emozione, infatti, significa ascoltare i propri figli, rassicurandoli e comprendendo il loro vissuto.

    Condividete con i vostri bambini attività ludiche e ricreative per “allontanarsi” dall’argomento sempre più presente è un modo di manifestare vicinanza e attenzione.

    Non esitate a contattarci per altri consigli in merito alla gestione della paura nei vostri bambini, noi ci siamo e vi siamo accanto 😉

  • Come gestire l’isolamento sociale: strumenti e strategie di contrasto

    isolamento sociale

    Una grande emergenza dovuta dalle limitazioni emanate dal Governo è lo stato di isolamento sociale in cui versano molte persone.

    Nell’articolo precedente, infatti, vi abbiamo proposto alcune strategie per combattere l’ansia e la paura che in questo particolare momento ci troviamo a vivere.

    Oggi, invece, sempre la Dott.ssa Martina Russo, Psicologa, vi parlerà dell’isolamento sociale e di come gestire questo particolare stato.

    Lo stato di isolamento sociale

    Le persone maggiormente a rischio, che si trovano costrette a rimanere in casa, sono gli anziani, categoria già ad alto rischio di sviluppare sintomi legati alla depressione e alla solitudine.

    L’isolamento può infatti incidere notevolmente sulla qualità di vita.

    Mai come adesso è importante stare vicino a queste persone.

    Infatti, la vicinanza può essere espressa non solo fisicamente ma soprattutto psicologicamente, attraverso azioni che non facciamo sentire la persona sola o emarginata.

    Di questa situazione ne risentono maggiormente gli anziani autosufficienti che non possono più trascorrere le loro giornate nella quotidianità routinaria (spesa, centro di aggregazione per anziani, bar ecc..).

    Dunque, è importante dar loro il giusto sostegno e supporto.

    Da parte dei familiari si possono intensificare le chiamate per dimostrare loro vicinanza e protezione.

    A livello fisico e psicologico può contribuire positivamente alla salute concedersi delle passeggiate o delle letture, o ancora utilizzare la tecnologia per rimanere in contatto con i propri amici.

    Molto importante è poter condividere le giornate, verbalizzare i propri vissuti in merito alla situazione che si sta vivendo.

    E se non è possibile incontrarsi fisicamente, molto possono fare ad oggi gli strumenti tecnologici a nostra disposizione 😉

    Quali effetti può avere l’isolamento?

    Sappiamo bene che la permanenza in casa è dunque un passo fondamentale per la sicurezza e si può in tal modo evitare la diffusione del virus.

    Ma quali effetti può avere sul nostro corpo tale restrizione?

    Soggiorni prolungati in casa possono, infatti, contribuire:

    • All’aumento della sedentarietà ;
    • Stati di ansia;
    • Depressione;
    • Minore dispendio energetico giornaliero.

    Per contrastare tali effetti, anche restando nell’ambiente domestico, è fondamentale non rinunciare ad una adeguata dose di attività fisica giornaliera.

    Ecco alcuni consigli del Dott. Alessio Forte, esperto in attività motorie preventive e adattate.

    Alcuni esercizi sicuri e semplici, adatti a tutte le età, possono essere:

    • Esercizi di equilibrio;
    • Stretching;
    • Camminare;
    • Salire le scale;
    • Sollevare pesi (buste della spesa, lavori domestici);
    • Alzarsi e sedersi da una sedia.

    L’obiettivo è quello di praticare almeno 30 minuti giornalieri di attività fisica moderata e/o almeno 20 minuti di attività fisica vigorosa a giorni alterni.

    La mente e il corpo interagiscono in misura tale da influire sulla salute della persona e sono molte le attività che si possono praticare individualmente, sia all’aperto che in casa, e che favoriscono un equilibrio tra mente e corpo.

    Sicuramente lo Yoga, un gruppo di pratiche e discipline fisiche, mentali e spirituali, aiuta tantissimo.

    Con tali esercizi, infatti, si calma la mente, si migliora la postura e si riduce lo stress.

    Ma anche il Tai Ji Quan: nato in Cina come arte marziale di difesa è oggi conosciuta come ginnastica salutistica  e tecnica di medicina preventiva.

    Contribuisce e aiuta a dormire meglio, riduce la pressione arteriosa e garantisce una maggiore concentrazione.

    Fino ad arrivare alle tecniche di autorilassamento e meditazione.

    Se vuoi approfondire con noi questi consigli o riceverne altri puoi chiamarci online, noi ci siamo e vi siamo accanto!

    Coraggio. Andrà tutto bene 😉

  • Come combattere l’ansia e la paura da Coronavirus

    combattere l'ansia e la paura

    Oggi vi proponiamo l’interessante e attuale contributo della Dott.ssa Martina Russo, Psicologa, che vi parlerà di come combattere l’ansia e la paura in questa particolare emergenza.

    Ebbene sì, quella che stiamo vivendo non è solo un’emergenza sanitaria, ma anche psicologica.

    Una vera emergenza psicologica

    Stiamo vivendo una vera e propria emergenza che mette in campo non solo medici, infermieri, volontari della protezione civile impegnati sul campo ogni giorno.

    Tutti noi siamo chiamati a pre-occuparci di noi stessi e ad investire parte delle nostre energie quotidiane preservando la nostra salute sia fisica che psichica.

    Partiamo proprio da qui, dall’adulto che in una situazione nuova come questa non riesce ad essere guidato dall’esperienza.

    Di conseguenza, agisce spesso mettendo in atto atteggiamenti di fuga ed evitamento o di negazione e minimizzazione che non permettono un adeguato fronteggiamento del problema.

    Con tali reazioni si innesca, dunque, un processo di regressione che richiama i comportamenti più primitivi dell’uomo, quelli cioè meno razionali.

    Ed è proprio così che si alimenta il panico e la paura che a volte si incrementano in modo rilevante interferendo con le attività quotidiane.

    Essendo un virus anche sconosciuto si alimentano anche notizie contradditorie in merito, a volte poco coerenti tra loro, che alimentano nella popolazione paura e confusione.

    Il virus è contagioso quanto la paura che si può dunque trasformare in panico e portare con sé notevoli condizioni cliniche di ansia generalizzata e a volte reazioni di somatizzazione (mal di testa, mal di stomaco, reazioni cutanee ecc…).

    La paura è un’emozione primaria che protegge la persona e non lo espone al pericolo.

    Essa è dunque fondamentale per la sopravvivenza e indica la presenza attiva del principio di autoconservazione e di difesa, fondamentali per l’essere umano.

    La situazione di paura non può essere retta a lungo dall’uomo.

    Qualora questo avvenga, il nostro corpo reagisce non più in maniera autoconservativa, ma può sviluppare reazioni di panico, fobia e ipocondria che oltre a minare la nostra salute mentale attaccano anche il nostro sistema immunitario.

    Come combattere l’ansia e la paura?

    E’, dunque, molto importante mantenere un livello di allerta funzionale, o stress positivo, che permette un adeguata risposta all’emergenza che stiamo vivendo.

    Cosa e come fare?

    Oltre, naturalmente, a rispettare l’insieme di regole emanate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è importante.

    Non permettete al pensiero “Coronavirus” di invadere la vostra quotidianità e la vostra mente

    Sì a misure di precauzioni utilizzabili giornalmente!

    No a reazione di ansia generalizzata, panico e fobia che impediscono lo svolgimento delle normali attività.

    Può sembrare assurdo, ma siamo noi che diamo il permesso all’ansia di superare la soglia dello stress positivo e di convogliare in reazioni di panico prolungate nel tempo, che recano alla nostra mente e al nostro corpo solo notevoli disagi.

    In questo senso, ciò che possiamo fare è: “permetto e concedo alla mia ansia solo 15 minuti della mia giornata”.

    Ciò significa che tutto ciò che è legato alla paura della malattia, al virus e all’ansia prenderà solo 15 minuti del nostro tempo.

    In questo tempo, è possibile (paradossalmente) dar voce al panico, verbalizzando o scrivendo tutto ciò che riguarda il sentire in quel momento, emozioni negative, sensazioni di malessere, pensieri catastrofici, e poi basta 😉

    Attività fisica all’aperto

    L’ansia può essere contrastata anche attraverso l’attività fisica, soprattutto quella svolta all’aperto.

    Ecco alcuni consigli utilissimi da parte di Alessio Forte, esperto in attività motorie preventive e adattate.

    In un particolare momento come questo, è pur sempre consigliato concedersi 45-60 minuti giornalieri all’aria aperta, rispettando le normative vigenti.

    Le attività aerobiche consigliate sono camminata veloce, bicicletta, o anche corsa 😉

    Intensità e durata dell’esercizio fisico sono parametri fondamentali da seguire, in quanto se non rispettati nella misura moderata si può verificare un significativo aumento del cortisolo.

    Uno stress psicofisico eccessivamente intenso o protratto può dunque portare ad una situazione di immunodeficienza che potrebbe esporci maggiormente al virus.

    Inoltre, la natura può aiutare il nostro sistema immunitario in quanto è risaputa l’influenza positiva di alcune piante che rafforzano la nostra barriera difensiva.

    Grazie all’attività fisica all’aperto si riducono naturalmente i livelli di cortisolo nel sangue (ormone dello stress), mente viene favorito il rilascio di endorfine (ormone della felicità), fonte di benessere per il corpo e per la mente.

    Questi suggerimenti, inquadrati da un punto di vista sia fisico che psichico, possono contribuire ad affrontare tale momento di emergenza, con la consapevolezza che ognuno di noi può imparare a combattere l’ansia e la paura e a riconoscere e a gestire se stesso e le proprie paure.

  • Come essere buoni genitori: consigli, buone pratiche e falsi miti

    come essere buoni genitori

    Come essere buoni genitori? Esiste una formula perfetta? Chi è un buon genitore? Come deve comportarsi?

    Queste sono proprio alcune domande che ci rivolgono, nella maggior parte dei casi, i genitori durante i nostri corsi o incontri formativi.

    Partiamo dal presupposto che non si è mai buoni genitori o cattivi genitori: chi può dirci infatti se siamo buoni o cattivi genitori? Nessuno!

    Capita a tutti di commettere degli errori o prendere delle decisioni non adeguate per i propri figli, l’importante è accorgersene e rendersi conto che effettivamente qualcosa non va.

    Rendersi conto di ciò e porsi le domande “potevo comportarmi diversamente?” oppure “cosa potrei fare di diverso?” sono i primi passi.

    Se c’è qualcosa che non va, infatti, la cosa fondamentale è riconoscerlo e chiedere un sostegno al pedagogista professionista dell’educazione.

    Diventare genitori

    L’arrivo di un figlio comporta un atto di responsabilità.

    I genitori riconoscono il proprio nuovo ruolo, di genitori.

    Si trovano a dover compiere scelte, elaborare decisioni, individuare obiettivi e traguardi in condivisione.

    La genitorialità è, proprio, l’insieme delle scelte educative e delle modalità di dialogo che i genitori decidono di instaurare con il proprio figlio.

    Scelte e modalità educative che equivalgono agli stili educativi genitoriali.

    La genitorialità

    E’ il processo dinamico attraverso il quale si impara a diventare genitori; si diventa, cioè, capaci di prendersi cura e di rispondere in modo sufficientemente adeguato ai bisogni dei figli.

    Bisogni estremamente diversi a seconda dell’età evolutiva.

    L’essere genitori cambia nel tempo, in base all’età e alle esigenze specifiche dei figli.

    Non si può essere genitori sempre allo stesso modo.

    In questo senso, la genitorialità può essere definita come la capacità di adempiere al ruolo di genitore.

    Come essere buoni genitori?

    La domanda che ricorre più frequentemente nei nostri incontri, e che sicuramente anche voi ora vi state chiedendo è:

    Come si può essere un buon genitore?

    Innanzitutto, sappiate che non ci sono ricette e neppure regole scritte che valgano per tutti e indistintamente.

    Ciascuna famiglia ha le sue peculiarità e specificità che la rendono unica e irripetibile.

    Ciascuno di noi prima di essere genitore, è un individuo con una sua storia e un suo bagaglio di esperienze che lo rendono quello che è oggi.

    Alcuni consigli

    Ecco alcuni semplici consigli, che potete utilizzare fin da subito nell’educazione dei vostri figli 😉

    Stabilite delle regole semplici, chiare e comprensibili: poche regole ma efficaci e certe.

    I bambini, per interiorizzare e rispettare una regola, devono comprenderne la motivazione attraverso una vostra spiegazione.

    Parlate in modo chiarofate richieste precise, controllate il tono di voce e il modo in cui comunicate le cose, dovete essere il più chiari  semplici possibile.

    Ascoltateli e accogliete le loro esigenze, parlandogli in prima persona: devono sapere che comprendete profondamente le loro richieste.

    Insegnate sempre ai vostri figli ad assumersi le proprie responsabilità e ad essere autonomi ed indipendenti.

    Devono imparare a fare le cose da soli e a prendere autonomamente le loro decisioni, senza sentirsi abbandonati.

    Dovete essere per loro una base sicura e, allo stesso tempo, dovete spronarli ad esplorare il mondo circostante e a compiere azioni in autonomia, per crescere in modo equilibrato.

  • Lo stile educativo genitoriale autorevole e lo sviluppo del bambino

    stile educativo genitoriale

    Oggi parliamo dello stile educativo genitoriale e vedremo quanto può influenzare lo sviluppo dei bambini.

    Sapete che esistono diversi stili educativi? Con caratteristiche e peculiarità proprie?

    Ebbene sì, gli stili educativi che oggi vedremo insieme sono tre: permissivo, autoritario e autorevole.

    E’ importante conoscere la propria modalità educativa e di comportamento, per orientare l’azione educativa e andare a modificare o potenziare un certo comportamento nell’educazione dei propri figli.

    Il consulente pedagogico, nella sua attività di sostegno alla genitorialità, fa proprio questo: individua, insieme al genitore, la modalità educativa utilizzata, fornendo poi gli opportuni consigli e strumenti per potenziarla o modificarla.

    Cosa sono gli stili educativi

    Sono tutte quelle modalità educative che ognuno di noi utilizza nell’educazione e nella comunicazione con i propri figli, più o meno consapevolmente.

    Le modalità educative sono specifiche e corrispondono, infatti, ad uno stile piuttosto che ad un altro.

    Tali modalità possono influire, positivamente o negativamente, sullo sviluppo e sulla crescita dei figli, anche nel lungo periodo.

    Molto spesso, infatti, i genitori sono inconsapevoli del proprio stile educativo utilizzato o di tali conseguenze sullo sviluppo dei bambini.

    Per questo motivo, come anticipavo, risulta di fondamentale importanza conoscere e mettere in atto lo stile migliore per favorire uno sviluppo armonioso e coerente, anche con l’aiuto e il sostegno di un professionista esperto.

    Vediamo ora le caratteristiche dello stile educativo genitoriale permissivo e autoritario, i due poli opposti, per poi focalizzare l’attenzione sullo stile autorevole.

    Lo stile permissivo e lo stile autoritario

    Questi sono due stili proprio opposti con caratteristiche ed effetti sullo sviluppo dei bambini molto diversi tra loro.

    Lo stile permissivo

    In questo stile il genitore ha basse aspettative nei confronti del figlio, sia di successo sia di comportamento.

    E’ un genitore aperto al dialogo e affettuoso, soddisfa le richieste e i bisogni del bambinosenza però fornire un sistema di regole adeguato all’età e alle esigenze del bambino. 

    E’ presente e affettuoso, ma si rapporta con il figlio più come un “amico” che come una figura genitoriale, senza essere per lui un modello di comportamento e senza fornire regole e consigli per la crescita.

    “Fai quello che vuoi, puoi fare tutto per me”.

    Di conseguenza, il bambino crescerà senza aver interiorizzato un sistema di regole, dunque sarà presente una bassa disciplina e capacità di controllo, scarse abilità sociali e relazionali, un’insicurezza e una bassa autostima e fiducia in se stesso.

    Lo stile autoritario

    Le aspettative nei confronti del figlio, in questo stile, sono molto elevate: il genitore autoritario è, infatti, rigido e inflessibile, e non è in grado di ascoltare e comprendere i reali bisogni del figlio.

    Al contrario dello stile permissivo, qui il genitore definisce un sistema di regole molto rigido che viene imposto al bambino, e non condiviso con lui, come dovrebbe essere con un sistema di regole positivo.

    Il bambino rispetterà le regole, ma sempre nel terrore e nella paura, perché il mancato rispetto comporta punizioni di tipo fisico e verbale.

    Il genitore autoritario non conosce i bisogni del figlio e, non conoscendoli, non è in grado di soddisfarli, vorrebbe solo che il figlio si comportasse come vuole lui.

    Non è, dunque, per il figlio un modello di comportamento da seguire e non gli fornisce consigli e feedback positivi per una crescita equilibrata.

    A lungo termine, il bambino potrà sviluppare una bassa autostima, una bassa autonomia e indipendenza, una forte difficoltà nel socializzare e relazionarsi con il mondo circostante e con gli altri. 

    Lo stile educativo genitoriale autorevole

    Alla luce di quanto detto sullo stile permissivo e autoritario, sicuramente noterete che hanno effetti diversi sullo sviluppo dei bambini, ma entrambi non positivi.

    La modalità educativa autorevole corrisponde al modello educativo più adeguato per uno sviluppo e una crescita equilibrata del bambino.

    Vediamo insieme perché.

    Innanzitutto, il genitore autorevole fornisce al bambino un sistema di regole positivo, con regole chiare, coerenti e adeguate al livello di sviluppo del figlio spiegando sempre i motivi di tali regole.

    Qui troviamo un concetto fondamentale per l’educazione: regole, che devono essere chiare, condivise e partecipate.

    Il genitore autorevole, infatti, stabilisce regole e linee guida che il figlio è segue in modo democratico, condiviso e partecipato. 

    Non c’è imposizione, invadenza, ma condivisione, comunicazione e partecipazione tra genitori e figli.

    Capace, inoltre, di impartire poche ma chiare norme di comportamento con un atteggiamento assertivo non invadente o restrittivo.

    Lo stile educativo genitoriale autorevole è sicuramente quello più idoneo per promuovere lo sviluppo emotivo, sociale e relazionale dei bambini.

    Quello più idoneo, si, quello più equilibrato.

    Non esitare a contattarci per un consiglio, un parere o un approfondimento 😉

  • Separazione e affidamento dei figli: come funziona

    separazione e affidamento dei figli

    Nell’articolo precedente abbiamo parlato di separazione, affrontando il delicato discorso su come dire ai figli della separazione, del quale vi consiglio la lettura 😉

    Oggi, invece, voglio parlarvi di separazione e affidamento dei figli.

    Quali sono i passi da seguire?

    Quale affidamento è il più idoneo per i vostri figli?

    Dall’affidamento esclusivo a quello condiviso

    Nella disciplina dell’affidamento dei figli in caso di rottura dell’unità familiare sono intervenute profonde trasformazioni: ora si tende a preferire, in sede di giudizio, l’affidamento condiviso a quello esclusivo.

    L’affidamento condiviso (o congiunto) comporta la partecipazione, in comune accordo, di entrambi i genitori al mantenimento, all’educazione e all’istruzione dei figli.

    Dunque, in presenza di una separazione, l’esercizio di tali responsabilità richiede la realizzazione di un progetto educativo comune,

    I figli sono così affidati ad entrambi i genitori, e non esclusivamente ad uno di essi.

    In passato, invece, di norma il giudice affidava il figlio in via esclusiva a quello dei genitori (solitamente la madre) che meglio pareva essere in grado di seguirne il processo di sviluppo tenendolo presso di sé.

    La Legge 54/2006: il diritto di bigenitorialità

    La legge n. 54/2006 ha capovolto il sistema e le prassi previgenti, introducendo un nuovo principioil diritto alla bigenitorialità.

    Con il termine bigenitorialità si intende la partecipazione attiva, di entrambi i genitori, nel progetto educativo di crescita e assistenza dei figli, in modo da creare un rapporto equilibrato che in nessun modo risenta dell’evento della separazione.

    Con questa nuova legge il figlio non è più oggetto di spartizione, ma è soggetto del diritto di continuare a ricevere da entrambi i genitori affetto, cura, mantenimento, educazione ed istruzione, a prescindere dalla rottura dell’unità familiare.

    Cambia così del tutto l’ottica dell’affidamento: l’affidamento condiviso deve essere preferito a quello esclusivo, salvo casi particolari lasciati alla discrezione del giudice.

    Si cerca infatti di privilegiare quello condiviso in quanto permette al minore di mantenere un rapporto equilibrato e sereno con entrambi i genitori.

    Inoltre si cerca di responsabilizzare al massimo entrambi i genitori, sugli aspetti relazionali ed economici, nell’esclusivo interesse del figlio.

    Separazione e affidamento dei figli

    Il giudice deve adottare l’affidamento congiunto solo se valuta che è la scelta migliore nell’interesse morale e materiale dei figli.

    Se, infatti, vi sono ragioni gravi per le quali non è possibile adottare l’affidamento congiunto, si deve optare sull’affidamento esclusivo ad un solo genitore o addirittura l’affidamento ad una terza persona.

    La decadenza della responsabilità genitoriale di un genitore può fare venir meno la bigenitorialità.

    Il giudice, per realizzare il principio di bigenitorialità, deve adottare i provvedimenti con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale dei figli.

    In particolare il giudice deve validare i seguenti provvedimenti:

    • Valuta prioritariamente la possibilità di affidare i figli minori ad entrambi i genitori, oppure stabilisce a quale di essi affidarli;
    • Determina i tempi e le modalità della loro presenza presso ciascun genitore;
    • Fissa la misura ed il modo con cui ciascun genitore deve contribuire al mantenimento, alla cura, all’istruzione e all’educazione dei figli;
    • Adotta ogni altro provvedimento relativo alla prole.

    L’affidamento condiviso rappresenta la regola e quello esclusivo l’eccezione: spetta al giudice valutare tutti gli aspetti per prendere la decisione più idonea nell’esclusivo interesse del figlio.

    Il giudice, per decidere e prendere la propria decisione, può avvalersi di un Consulente Tecnico di Parte o CTP.

    La consulenza tecnica di parte

    In un procedimento giudiziario ognuna delle parti coinvolte può avvalersi di un consulente (CTP), nominato dal’’avvocato.

    Il giudice, infatti, assegna alle parti il termine per la nomina del loro Consulente Tecnico di Parte.

    La figura del consulente tecnico è sempre più richiesta ed assume un ruolo fondamentale per la risoluzione di questioni complesse che dipendono da valutazioni di carattere tecnico.

    Il consulente tecnico di parte, dunque, è un libero professionista, di regola operante in un determinato campo tecnico/scientifico, al quale una parte in causa conferisce un incarico con il titolo di esperto.

    La nostra consulenza tecnica di parte

    Noi ricopriamo il ruolo di CTP nei procedimenti civili, nelle cause di separazione, divorzio e affidamento per una tutela dei figli.

    La nostra consulenza tecnica di parte, svolta in èquipe multidisciplinare, è in grado di fornire un sostegno nei procedimenti giudiziali, in collaborazione con la difesa legale.

    Affianchiamo la parte che richiede una consulenza in un intero processo di disamina ed osservazione dei fatti e della situazione di crisi e conflitto; analizzando documentazioni, relazioni utili, considerando l’intero ciclo di vita di una famiglia.

    Analizzando la relazione e la modalità educativa dei genitori verso i figli. ne individuiamo carenze, disfunzionalità e punti di forza, fornendo indicazioni sulla migliore soluzione di affidamento minorile da adottare.

    Bibliografia

    Moro C. A, (2014), Manuale di diritto minorile, Zanichelli Bologna

  • Educazione ai media, ai social e ai videogiochi: consigli per i genitori

    educazione ai media

    Introduzione

    Oggi vogliamo parlarvi di educazione ai media, fornendovi consigli educativi e pratici per promuovere tale educazione con i vostri figli.

    Innanzitutto, cosa intendiamo con questo termine?

    Siamo ormai tutti consapevoli della grande diffusione e della grande influenza che i nuovi media hanno su ognuno di noi, anche su bambini e adolescenti.

    Con la parola media intendiamo tutte le nuove tecnologie: Internet, Smartphone, Social Netwrok, Videogiochi, giochi on line, e così via.

    I media sono ormai presenti nelle vita di ognuno di noi, grandi e piccini.

    Non possiamo, e non dobbiamo, eliminarli, evitarli o esserne spaventati.

    Quello che possiamo fare è imparare a conviverci, utilizzando tutte questo nuove tecnologie in modo educativo, critico, consapevole, positivo.

    E’ fondamentale per i genitori, così come per gli insegnanti o gli adulti che hanno a che fare con minori, conoscerlo in tutte le sue potenzialità ed essere pratici di alcuni aspetti di alcuni aspetti, per poter educare i propri figli ad un uso consapevole di tutte le tecnologie. 

    Ecco perché Privacy, funzionamento di Facebook, educazione ai media e sicurezza informatica devono essere concetti che tutti i genitori con figli, bambini e adolescenti, dovrebbero conoscere e padroneggiare.

    Vogliamo dedicare questo approfondimento al tema attualissimo dei videogiochi.

    I videogiochi e il loro utilizzo

    I videogiochi, ormai, fanno parte, come le altre tecnologie, della vita di moltissimi ragazzi che vi passano ore e ore della loro giornata.

    A volte anche per tutto il pomeriggio si isolano a giocare ai videogiochi: giocano da soli oppure giocano online con gli amici.

    Teniamo presente però che l’uso dei videogiochi non è in sé nocivo, come si crede, anzi, un utilizzo adeguato può anche favorire tutta una serie di abilità importanti come:

    • Il problem solving;
    • La risoluzione dei problemi;
    • L’attenzione prolungata;
    • La capacità di concentrazione;
    • La reattività.

    I videogiochi possono far parte della vita dei vostri figli se si conoscono i rischi e i pericoli e se vengono utilizzati in modo adeguato e consapevole. 

    Ricordate sempre che:

    Non è lo strumento in sé ad essere un problema, ma il suo utilizzo.

    Se vostro figlio riesce a portare a termine tutti i compiti, fare sport, vedere gli amici, dedicarsi alle attività del tempo libero, non sarà un problema se si dedicherà ai videogiochi per un paio di ore al giorno, sempre facendo attenzione alla sua sicurezza.

    Il problema può manifestarsi quando il videogioco assorbe completamente il bambino e arriva a sostituire i momenti dedicati allo studio, allo sport e alle relazioni sociali, creando isolamento.

    Cosa deve fare il genitore

    Di seguito trovate alcuni consigli pratici che potranno permettervi di promuovere una buona educazione ai media e ai videogiochi.

    Solo così sarà possibile educare i vostri figli ad un utilizzo critico e attivo delle nuove tecnologie, senza essere sopraffatti dalle tecnologie.

    La vera sfida per un genitore non sta nel vietare assolutamente i videogiochi, per paura, ma nell’aiutare il figlio a conoscere e ad utilizzare in modo critico e consapevole le tecnologie e i videogiochi. 

    Non tutti i videogiochi sono negativi

    Non tutti i videogiochi sono uguali, non sono tutti rischiosi e pericolosi.

    Alcuni permettono anche di stimolare lo sviluppo di abilità cognitive, il ragionamento, la presa di decisioni e lo sviluppo degli obiettivi.

    Parlate con loro dei rischi e delle pericolosità

    Dialogate con loro, dite loro quali sono i rischi e i pericoli delle nuove tecnologie, dei social, dei videogiochi.

    Ovviamente per parlare con loro dei videogiochi e delle tecnologie dovete per prima cosa conoscerle.

    Dunque, documentatevi.

    Siate sempre sinceri con loro, capiranno e vi ascolteranno.

    Promuovete un dialogo positivo, chiedendo proprio a loro se conoscono i rischi e quali sono.

    Avvicinatevi al mondo dei vostri figli

    Dovete cercare di cogliere, nel rapporto con la tecnologia, il loro punto di vista e avvicinarvi a questo mondo che rappresenta comunque una parte della loro vita.

    Stategli vicino, dialogate con loro, fate loro molte domande.

    Domande, mi raccomando, positive, interessate, non giudicanti o inquisitorie.

    Non dovete indagare, ma parlare con loro.

    Proponete anche di giocare insieme a loro, fatevi insegnare a giocare. Perché no, sarà molto divertente 😉

    Concordate insieme il tempo di gioco

    E’ importante stabilire insieme un tempo da trascorrere a giocare, magari utilizzando anche un orologio in modo che si rendano conto del tempo che hanno passato davanti allo schermo e mantengano un filo con la realtà.

    Molto utile può essere posizionare l’orologio proprio di fianco alla televisione, per responsabilizzarli, renderli sempre più autonomi e dargli fiducia.

    Stabilite insieme il tempo di gioco: parlatene insieme, definite una regola che deve essere condivisa.

    Le regole, ricordate, devono sempre essere condivise, chiare, comprensibile e motivate.

    A tal proposito, vi consiglio di leggere il nostro articolo proprio dedicato alle regole!

    Per approfondire queste tematiche e consigli che riguardano l’educazione ai media e ai videogiochi, non esitate a contattarci!

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