La violenza psicologica in famiglia rappresenta una delle principali cause di disagio nel minore.
In diversi articoli abbiamo ribadito l’importanza di crescere in una famiglia armoniosa, in un contesto educativo coerente e ben equilibrato.
La famiglia è il primo luogo di riferimento del bambino, che prende ad esempio i modelli relazionali e comportamentali dei propri genitori.
Gli schemi fissi
E’ nella prima infanzia che si formano gli schemi di comportamento che accompagneranno il bambino nella propria vita, finanche durante l’età adulta.
Sto parlando di schemi rigidi, caratterizzati da emozioni e reazioni fisiologiche, apprese nelle primissime esperienze di vita, a contatto con gli adulti di riferimento.
Nel periodo 0-3 anni è bene impartire un’educazione equilibrata, poiché errori pedagogici, in questa fase, possono avere conseguenze gravi e durature nel bambino.
Tra questi errori rientra la violenza psicologica in famiglia, fatta di azioni violente ma anche di scelte educative dannose.
La prima educazione è una specie di imprinting in cui il bambino riceve le primissime istruzioni su come affrontare le situazioni della quotidianità.
Una mala-educazione può rivelarsi molto difficile da cambiare e può determinare, nel tempo, condizioni anche patologiche nel minore.
Certo, con le esperienze e con il tempo, a contatto con gli amici, il bambino potrà continuare ad apprendere e modellare il proprio atteggiamento.
In realtà, questo è vero solo in parte. Vediamo in che senso.
Cambiare ma fino un certo punto
Tutte le situazioni che affrontiamo durante gli anni dell’adolescenza ci temprano e ci preparano a diventare adulti.
Questo è vero per le nostre abilità intellettive e, in parte, anche per l’intelligenza emotiva, che sta alla base dell’empatia.
Ma è molto più facile, per noi, migliorare le nostre performance sportive o di calcolo, piuttosto che modificare il nostro comportamento.
L’esempio classico è quello della violenza domestica: in certi casi, nonostante ci si accorga di subire violenza psicologia in famiglia, si decide di rimanere nella relazione amorosa.
E indovinate cosa influisce in questa decisione?
Esatto, si tratta del prevalere dei nostri schemi comportamentali primari, formati nel primissimo periodo di sviluppo.
Questo è l’atteggiamento di molte donne che escono da una relazione violenta e rientrano in un’altra simile: studi di vittimologia evidenziano che tali donne possono avere subito o assistito ad un’educazione violenta.
Ancora, chi ha sviluppato uno schema insicuro ed ansioso tenderà ad affrontare tutte le situazioni decisionali con paura, che blocca l’azione.
Siamo fatti di piccoli pezzi
Le esperienze della prima infanzia e gli stili educativi dei nostri genitori ci hanno formato nel momento più importante del nostro sviluppo.
I ricordi più belli e più brutti che conserviamo e sono vividi nella nostra memoria più di altri, hanno contribuito a formare il nostro schema emotivo personalissimo.
Il modo in cui abbiamo affrontato una situazione dolorosa quando eravamo piccoli, vissuto i nostri primi successi e le nostre prime delusioni, si inserisce nel nostro DNA in modo indelebile.
Si tratta di una sorta di imprinting educativo.
I bambini che assistono ad un modello di relazione violento, come la violenza assistita, lo assumono come unico modello di relazione tra le persone, in cui è necessario sopraffare l’altro.
Durante la loro vita, i bambini conosceranno stili relazionali diversi, ma tenderanno a ripetere il modello prevalente, che hanno imparato ed assimilato da piccoli, all’interno della famiglia.
Crescere in un ambiente coerente ed equilibrato contribuisce a diminuire il rischio di comportamenti passivi o aggressivi nel bambino.
Individuare e correggere prontamente episodi di violenza psicologica in famiglia è davvero molto importante.
Siamo parte dei nostri genitori e delle esperienze che abbiamo affrontato: queste ci accompagnano sempre e ci condizionano, nel bene e nel male.
Adolescenti e acting-out violento
“Ho impartito una buona educazione a mio figlio: va bene a scuola, è un bravo ragazzo, mi considero un bravo genitore”.
D’accordo, ma cosa succede se, improvvisamente, un adolescente con una vita apparentemente normale agli occhi del genitore, attua una condotta violenta?
I conti non tornano. È possibile che siano intervenuti altri fattori, a parte la famiglia e le prime esperienze, a cambiare il ragazzo e portarlo a tenere determinati comportamenti?
La risposta è sì.
Consumare droghe leggere, diminuire il rendimento scolastico, diventare scontrosi e aggressivi, può essere frutto di un condizionamento del gruppo di pari, dettato anche da motivazioni di noia.
“Ho fatto tutto quello che ho potuto, non gli ho fatto mancare niente”, è una delle frasi pronunciate dai genitori di alcuni ragazzi che improvvisamente hanno manifestato un acting-out violento, anche di tipo omicida.
“E’ sempre stato un ragazzo tranquillo, in casa si comportava in modo normale per un ragazzo della sua età”.
Ma cosa è normale?
Spesso i genitori si chiedono che cosa è successo ad un certo punto, cosa ha cambiato il proprio figlio, cosa l’ha spaventato e condizionato.
Indipendentemente dalle singole situazioni, nel minore esiste un qualcosa, una spinta che proviene dall’interno, dal proprio personale modo di vivere ed affrontare ciò che accade, che ha radici nell’infanzia.
Le risorse che vengono sollecitate per gestire lo stress e le forze a cui l’adolescente attinge per risolvere una situazione fanno parte degli schemi rigidi, di cui abbiamo parlato.
Ancora una volta c’entra la violenza psicologica in famiglia, intesa come quei fattori educativi di una genitorialità sbagliata.
Le radici dell’aggressività
Nell’articolo sulla violenza domestica, abbiamo trattato il tema della violenza psicologica in famiglia nelle sue forme e definizioni.
È utile ricordare sempre che la famiglia è il primo luogo in cui un bambino si forma e che le radici dell’aggressività possono nascere in questo contesto.
Crescere in un determinato ambiente è presupposto per sviluppare determinate inclinazioni all’aggressività, alla dominanza e alla prepotenza.
Non è raro che da adulti ci trovi a sviluppare le stesse situazioni relazionali apprese nella propria famiglia di appartenenza.
Se, in quanto genitori, avete il dubbio di attuare un modello educativo errato sui vostri figli, potrebbe essere necessario richiedere una consulenza ed appoggiarsi ad esperti.
Capire se si sta andando nella direzione giusta è importante per prevenire comportamenti antisociali e violenti nei vostri figli.
Episodi di violenza psicologica in famiglia condizioneranno per sempre il comportamento del bambino in quanto tale e del futuro adulto.
Se siete interessati ad approfondire queste tematiche o per richiedere una consulenza, non esitate a scriverci!